I tuoi occhi non mi vedono più. Ma non è vero nemmeno questo. Le tue parole mi raggiungono ancora. E le mie arrivano a te. Non bastano. Non si prendono cura di me. Non mi avvolgono e non mi si attaccano addosso. Scivolano come acqua sui tetti. Mi sei venuto vicino, troppo vicino, soltanto per sentire che rumore facevo quando mi rompevo di nuovo. Ogni volta che ti avvicini è per questo. Ti piace quel rumore. Ma io sono diventata come le onde, e anche se tu sei uno scoglio e vengo verso di te, poi so andare altrove, so andare lontano. Tu resti lì, appuntito e ripido e non ti trasformi mai in niente che porti a nessuna vita.
La tua voce mi mancava. Mi mancavano le tue frasi improvvise, mi manca la tua intelligenza, mi manca quel senso di niente, mi mancano le tue allusioni, mi mancano le tue incazzature. Mi manca quello che non c'è stato mai, perché ha lasciato ancora spazio e ancora tempo al ricordo di quello che vorrei scordare per sempre, perché non serve a niente. Non è mai servito a niente. Di cosa mi pento? Di non essere stata me prima di quando ho ricominciato ad esserlo. Mi pentirò di non essere ancora abbastanza me, dunque? È verso di me ancora più me che mi sto dirigendo a grandi passi? Per questo dovrei correre? Per questo dovrei rallentare, forse? Buon compleanno. Avremmo di certo litigato, di cosa stiamo parlando. È colonizzazione, non è affetto. Mi hai detto come stai e ho ascoltato due volte, forse tre, quei tuoi minuti del tuo indugiare tra te e te, che adoro. Sono nata per struggere su quell'indugio. Sono nata per sorreggerti. Sono nata per sollevare il tuo peso due volte. Sono nata perché tu mi venga a prendere. Sono nata per commuovermi mentre mi fai le domande a cui non voglio risponderti. Sono nata per crescere senza smettere mai. Sono nata per smettere di farmi male. Sono nata, un giorno, e per questo potrei anche perdonarmi. Sono morta ogni volta che sei rimasto in silenzio. Sono morta ad ogni discorso interrotto. Sono morta ogni volta che mi hai suggerito di correggere il tiro. Sono morta quella volta che mi dissero che si aspettavano di più. Sono morta e sepolta. Rinata e rimorta. E poi rinata. E poi rimorta. Sepolta. E sono qui.
Sono stanca, esausta, felice, dolorante, spezzata, rotta, calma, esaurita, ho voglia di ridere, ho voglia di piangere, ho voglia di niente. Soprattutto di dormire. Sole crudele, torna e portaci in cima a tutti i luoghi dove possiamo salire con le nostre splendide braccia. Facci vedere il mondo dall'alto, come se niente potesse farci male perché è piccolo o almeno abbastanza lontano da sembrare innocuo.
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