È il tuo nuovo nome.
Perché col nome con cui ti ho conosciuto non riesco più ad immaginarti.
Vivere questi giorni per me è come correre su un cornicione. Non posso inciampare, non posso sbagliare niente. Appena vacillo, crollo. Inciampare è ricordarmi che esisti.
Inciampare è muovermi per casa e trovare la tua cazzo di scatola a righe.
Inciampare è cercare una foto e trovare le tue.
Inciampare è respirare, a volte.
Ci sono delle voci che mi tengono in vita. Sono voci, non sono persone, sono voci che mi parlano dai libri che leggo, dalle canzoni che ascolto, dai vocali che ho la fortuna di ricevere.
Altre mi parlano vicino all'orecchio. A quelle devo stare attenta, perché basta una cazzata e mi fanno schifo.
Tengo tutti più lontani che posso, tengo tutti più vicini che posso.
Esploderà altri milioni di volte il mio cuore minato dalle tue bugie.
È condannato a farlo per sempre, e sempre da capo.
Lo farà più raramente col passare del tempo.
Ma che dio non voglia che io mi abitui: perché ogni volta tu possa sentirne dettagliatamente il rumore, dai lievi scricchiolii al fragore inequivocabile.
Fine prima parte.