È passato un mese dalla sua scomparsa. Ho cercato risposte dentro ai libri che parlano di lutti e ne ho trovate molte, perché è morto senza morire. È scomparso, appunto.
Mi dicono che cammini per le strade e parli con le persone, e io sento parti del mio corpo sparire, le gambe che tremano, il respiro che si accorcia. Sono irreale, sono un fantasma, vivo come in quella puntata di Black Mirror dove le facce sono sfocate perché le persone si possono bloccare anche nella vita vera.
Questa, scritta qualche giorno fa, è una delle cose che restano del turbine di pensieri e parole che ho riversato nelle mille chat con le amiche, con gli amici e con lui.
Come chicchi d'uva
Mastico i miei pensieri per te
Sgranano le tue parole nel mio cuore
Che batte più forte
Vivo più forte
Perché non ci sei.
Mi consumo.
Tu mi dici che sei già consumato
E io ti dico
Che invece
È adesso
Che incominciamo a ballare.