Dormire è stata la cosa più saggia che potessi fare. Per trattenere il più possibile, con me, tutto quel bene, così fragile ma così intenso.
Ripescare ogni singolo passo che abbiamo fatto nel ricordo recente. Struggere. Permettermi anche di avere paura. Permettermelo. È più di quello che pensi, avere paura è tutto. Fare qualcosa, nonostante la paura. Tutto.
Non fare finta di essere diversa da quella che sono. Non cambiare quella lampadina. Non evitare di incupirmi.
Lasciare andare il bene. Lasciarlo tornare.
Altro?
Mangiare.
Leggerti una cosa a voce alta.
Lasciare che le mani esplorino la scritta enorme che lampeggia nella mia testa e risuona nelle orecchie. Seconda voce.
Riascoltare le canzoni che mi hai fatto sentire.
Che è come nutrirmi, anche questo.
E poi sì. E poi, dormire.