Sul mio profilo di Strava c'è scritta una frase che ho messo diverso tempo fa: "Odio le salite, amo le salite". È proprio così. Molte cose si odiano e si amano con la stessa intensità. Di solito succede con la fatica. Ti porta lontano, ma non è sempre affrontabile. Servono tante energie.
Non ricordavo di averla messa quando l'ho riletta, qualche giorno fa. Mi sono detta: "Vedi, a volte una versione di te del passato è più ispirata della te del presente". Anche questo è proprio proprio così.
Mi hai scritto e no, non voleva arrivare a destinazione. Perché la destinazione non ero io, eri te. E allora anch'io ho risposto un po' a me stessa.
Mi è uscita questa frase, che è stato incipit dlela mia risposta e finale di un testo che porterò in giro:
Sono felice
È una felicità che dura poco
Non sto mai bene
Te ne sono grata. Ti sono grata più o meno di esistere. Meno per le volte che mi hai provocato. Mi sembrava di potermi fidare di te, mi sbagliavo. Mi sbaglio sempre e ricomincio sempre da capo. E ogni volta è sempre più doloroso. Non è vero che ci viene la scorza, a soffrire. Piuttosto, ci viene a noia e smettiamo di provare a stare bene.
Ora più che problemi di fiducia mi sembra di avere problemi di stanchezza. A volte sono soltanto stanca. Stanca di confondermi, di farmi domande, soprattutto quelle a trabocchetto. Stanca di indovinare. Stanca di anticipare. Stanca di... accodarmi.
(Settembre 2025)