Ho trovato un punto, come un bottone che aziona ancora una sofferenza profonda e immediata e mi fa piangere istantaneamente, perché è stato il mio punto debole più evidente. L'ho trovato. È il concetto di sentirsi "safe", dicono in inglese, all'interno di una relazione. "Safe" vuol dire "Al sicuro".
Vuol dire, nel suo significato più profondo, che ti puoi fidare.
Ecco, se la persona che hai accanto non si occupa di questa tua sensazione, di farti sentire completamente sicura di essere amata e rispettata e di poterti fidare, vuol dire che ti tiene ostaggio del dubbio. E quando glielo farai notare ti dirà "Ma non è niente". E invece è tutto. È tutto lì.
E quando ti rassicura, se lo fa semplicemente negando quello che dici ("Ma no, non è come pensi" è la tipica espressione che ti fa sentire ancora più insicura) è peggio. Lo deve fare entrando in ogni anfratto dei tuoi dubbi e illuminare. E prendersi cura della tua insicurezza. Ed esserne curiosa.
Io non mi sono protetta da questo. Il mio gomitolo era aggrovigliolato, ora non più. Non mi sono protetta da questo. Ho confuso questo con la mia insicurezza. Ho lasciato che nella mia insicurezza si potessero nascondere le sue bugie. Che ovviamente ha sempre negato, anche di fronte all'evidenza (qualcuno riderà). Ma ormai, non importa più (e un po', d'ora in poi, riderò anch'io).