Forse questa cosa mi serve a capire che io non ho paura dell'abisso. So cosa mi aspetta. Piangerò per qualche giorno, cercherò di non farmi passare l'appetito, scanserò e cercherò canzoni che mi commuoveranno, mi verrà da scriverti e non lo farò, cercherò di parlare di te il meno possibile, sarò un po' distratta.
Sempre meglio che iniziare la processione delle mie tante me dietro alle tue indecisioni.
Sempre meglio che iniziare a pregarti di darmi quello che non hai.
Ho provato dei sentimenti piuttosto importanti per te, questo è chiaro, perché ora mi fa male lo stomaco. Non hanno mai avuto un nome, ma non importa dare un nome a tutto, soprattutto se non è niente.
Non sono ancora diventata brava a capire dove posso tuffarmi. Sembravi mare aperto, ma c'era bassa bassa bassa marea e mi sono fatta male.
Torno nel mio abisso, luogo sicuro per tornare a essere pronta, come mi hai detto tante volte te, pronta. Per aprirmi ancora, con una persona capace di fare spazio alla mia meraviglia. Sarà bello. Ora non mi sembra possibile, ma lo sarà (non con te. Peccato).