Cos'è questa sensazione, di avere un muro davanti al naso, davanti alla bocca, come se volessi andare su e ci fosse un muro, avanti, un muro, cos'è questa sensazione di non riuscire a fare un passo oltre a questo muro che abita il mio stomaco?
Ieri sera avrei potuto scrivere mille e poi altre mille cazzate in quella finestrina e inviare. Ho respirato, ma ho il fiato corto. Stamattina ho tirato su più del mio peso con le gambe. Ieri sera mi sono sentita male, mi faceva male la pancia e volevo piangere. Volevo che qualcuno mi abbracciasse e mi dicesse "Ci penso io stasera". Dovevo guidare. Ho detto alle bambine "Bimbe, mi fa male la pancia, scarichiamo la macchina e andiamo a letto. Domattina starò bene". È stato così. Avevo la pancia piena d'aria. Mi succedeva anche quando andavo per un giorno intero a Pisa all'università. Tornavo che non riuscivo a stare in piedi. Sdraiarmi per qualche ora era l'unico rimedio a quel dolore fitto che mi impediva di respirare. Stamattina ho tirato su un terzo del mio peso con le braccia. Gli addominali si rafforzano sempre di più. Mi scappa da ridere quando mi accorgo che sono migliorata nel giro di pochi giorni. Miglioro, ogni giorno.
Senza nessuno a cui dire "Guarda", senza nessuno che mi dice "Brava" faccio fatica. Per questo esistono le palestre.
E per altro esistono gli psicoterapeuti.
La palestra costa meno, ma ho iniziato ad andarci anche grazie alla psicoterapia.
La prossima volta mi devo ricordare di chiederglielo: cos'è questa sensazione, di essere stata rinchiusa in una stanza piccola e angusta ad aspettare una specie di turno non annunciato che non arriva mai? Perché ce l'ho? A chi, a cosa devo rinunciare perché se ne vada? Mi iscrivo a quel corso a ottobre?