Tu sei la mia palestra di indifferenza. Ecco cosa sei. Attraverso di te imparo a domare la mia voglia di coltivare sentimenti. Probabilmente ho bisogno di questo, anche se in generale non è proprio il massimo, tuffarsi nell'umiliazione di una mancata reciprocità, affondare le dita dentro una feritella per niente superficiale. Direi piuttosto una feritella profondissima e antica che si è riaperta, spuntando da chissà dove, ehi, che cosa mi stai facendo, fermati, come ti permetti. Che fai? Passavo di qua per caso e ho pensato Quasi quasi lo passo a salutare. Posso venire a salutarti domani? Tu non mi chiedi mai se mi dà fastidio, io do sempre per scontato di sì. Ehi, cosa mi sto facendo, come mi permetto. E all'improvviso sai accendere il bottone della tenerezza. Tutto si rischiara, è improvviso.
Perdono primordiale definitivamente esaurito.
Certo, ho lasciato quel cuore in giro. Batte nella rena, nel ciglione dove l'hai scaraventato. Batterà per sempre. Continuerai a sentirlo, tu, lo so. Lo so perché sai chi sono. Sai che era tutto vero. Tutto il bello e tutto il dolore. Sai che era vero perché te l'ho detto e tu non hai motivo di non fidarti di me, perché sei entrato in una stanza che nessuno aveva visto mai. Nel mio scatolone adesso ci sono meno cose di prima. È più leggero. Se questo mi fa piangere, piangerò. Non ho paura di piangere, non ho più paura di soffrire un po' per smettere di soffrire forte.
Non mi stupisce sapere che mi vuoi bene. Nel tuo universo dove non fai entrare nessuno c'è del bene verso di me. Ma non mi basta. Ho bisogno di reciprocità. Niente di complicato. Niente che tu mi possa dare. Peccato. Pace.
Ieri ho fatto un grande pianto prima di uscire. Poi sono uscita e ho passato una bella serata.
Oggi passerò un'altra bella serata.
La sincerità con cui mi sono presentata verso di te, verso le mie amiche, verso le persone della mia vita, quelle vicine e quelle un po' meno, è la mia mappa per respirare. Qualche bugia si racconta anche a noi stesse a volte. Quindi è difficile sapere se davvero si voleva questo che si diceva di volere, in quel modo e in quel momento lì, proprio così. Ma non ci si allontana molto, se non si costruiscono, le bugie. Io con te ho rischiato di dirne molte. Che non mi pesava, che non ci facevo caso, che tanto io ho una vita così incasinata che figuriamoci. E invece no. Lasciarmi andare a quello che dicevano i miei occhi e il mio stomaco è stato un bene.