Quel poco mi manca. Passerà. Stanotte sono sicura di averlo sognato. Hai visto? È diventato terza persona singolare, non sarà più seconda. Non sarà più seconda. Non ho più niente da dirgli. Invece avrei preferito sognare te, ma così non è stato. Come se dopo aver chiuso a chiave la porta con te fosse tornato un altro spiffero della mia vita precedente da respirare, da superare, la mia vita precedente ancora un po' dolorosa da ricordare, perché si è presa tante energie, ma passata. Comunque passata. Andata, non da vivere. Vissuta già. Mi guardo con tenerezza e penso Ma dov'ero?
Tenerezza. Tanta tenerezza. Non me ne andrei mai da lì prima del tempo. Piuttosto, mi fiderei più di quello che sentivo perché lui se ne andasse prima che fosse tardi. Non sono sicura che tornino questi verbi. Io non dovevo andarmene. Io ero nel mio. Lui sì. Prima molto prima. Senza le sceneggiate familiari, amicali, musicali. Di cui son già piena di mio, grazie, e ne scanso diverse, figurati se voglio le vostre ciao.
Quel poco mi manca, ma è molto di più quello che sono adesso. Incredibile, mi ero incastrata da sola. Bello, mi sono liberata. E lasciami dire, ancora più bello: sono stata lasciata andare. Fa un po' effetto, ma l'amore è anche questo. Il bene è anche questo. Non stringere quando l'altra persona ci dice che soffre. Non prendersi la sofferenza per coccolare l'amor proprio. Far evaporare il dolore, tenersi quintali di nostalgia, e andare avanti.
Mi hai detto che le emozioni vanno lasciate andare, e io le sto lasciando andare tutte ormai da tanti giorni. Per questo ho avuto la forza di fidarmi di più di quello che sentivo. Dejavu? Diamine. L'unica cosa che non avevo visto ancora era una bellezza come la tua. Perché a trovarne uno più bello ci sono riuscita, con te è stato facile. La parte "che problemi non ha" invece non è andata benissimo.
Ho cancellato la chat di whatsapp. Non ho più il tuo indirizzo e non te lo chiederò, quindi non posso spedirti niente.
Sono stata in cima alla Pania della Croce e quando sono arrivata, da sola, mi sono sentita così bene come non mi capitava da quando ero bambina. Leggera. Col solo peso dello zaino sulle spalle. La volta che lui venne su, arrivati sulla vetta, mi guardò con la paura negli occhi e pensai: "Ora mi lascia". Non era una paura, era una certezza. Soltanto qualche mese dopo la riconobbi.
In cima alla Pania della Croce, da sola, quest'anno non c'è saputo arrivare nessuno. Con me, intendo. Lo prendo come un buon segno. Che sono circondata da persone che non si fanno trascinare, che non ho voglia di trascinare nessuno.
Mangiare le mandorle, scattare le foto, appisolarmi sui sassi per una ventina di minuti. Godermi la vista. Il mare. Le barche. Sarai sopra una di quelle barche? Chissà. Tu guarderai i monti e penserai: "Sarai in cima a uno di quei monti?".
Ricordi? Le mie gambe stanno bene. Resterà, per te, soltanto gratitudine.
E per me? Io mi prendo tutto il tempo. Tutto lo spazio. Tutta l'aria. Tutto il respiro che c'è. Per essere me.