Davvero mi hai detto "Ora ti spiego"? Rido mentre te lo chiedo e sono contenta di aver messo un limite al tempo a nostra disposizione. "Mi stai facendo mansplaining, così, a me, ora?". Non ho niente da farmi spiegare, tu non hai niente da spiegare. Semplicemente perché non siamo a scuola, perché non te l'ho chiesto, perché che palle. E se vuoi raccontarmi della tua ex e del rapporto che aveva con i tuoi genitori, non ti stupire se ti guardo perplessa.
Mi hai offerto un caffè e poi mi hai detto che ci saremmo dati un feedback soltanto una volta tornati a casa. Il mio feedback è stato: non mi viene nessun feedback. Almeno non per il momento. Mi hai detto che bisogna andare piano. Ti ho preso alla lettera. Dopo qualche giorno mi hai offesa e io ti ho bloccato ovunque. Spero che tu faccia pace con questa cosa di te, ci sono rimasta male.
Che fatica avere a che fare con gente a caso. Da oggi ho smesso di provarci. Mi sento un personaggio della Playmobil, scaraventato da uno scenario all'altro senza nessuna transizione credibile, tra le mani di un infante capricciosə indecisə se giocare alla guerra o al giro del mondo. Anche quando va bene, finisco in lacrime a chiedermi perché tutta questa fatica. Ci dovevo passare, ci dovevo arrivare.
Ho cantato, ho scritto, ho cucinato, ho annusato e mi sono raccontata per esplorare un po' di me e ora che mi sono consumata anche in questo mi resta un ballino di sonno e la nausea da telefono.
Se però non fossi passata di qui avrei riversato tonnellate di sentimenti negativi su di te, nome e cognome, guarire da quella rabbia sarebbe stato più difficile. Sarà comunque difficile. Non ci sono scorciatoie quando si tratta di ferite aperte. C'è un tempo e si può anche fare più danno.
Sparite tutti, sparite tutti. Siate felici, dimenticatemi. Per voi posso essere soltanto una mongolfiera di passaggio, piena di convinzioni, energivora, insostenibile. Riparto dai miei luoghi, riparto dai luoghi, e mi ritrovo a passeggiare in una città che ho temuto per settimane e che invece oggi mi vuole. Sento il mio passo sicuro in borgo stretto, sento i rumori familiari. Mi guardo intorno. Ho ancora un po' paura, ma non tanto.
Ti ho vista un po' sbattuta, in effetti.
Quella sincerità affettuosa che ti fa venire voglia di stare bene.