Non ho paura di dirti come mi sento. Non ho paura di sentirmi come mi sento. Certo, è come quando non sai la strada e vai avanti sperando di trovare almeno un sentierino, e invece i rovi si infittiscono e cominci a pensare che sarebbe stato meglio fermarsi e tornare indietro molto prima.
Meglio per chi? In quale ottica?
Molto prima, quanto? Quanto prima? Molto quanto?
E soprattutto:
Indietro, dove?
Mi rifiuto di averlo sognato anche stanotte. Mi rifiuto. Se l'ho sognato me ne sono già dimenticata. Perché ho come questo ricordo, ma no, è il ricordo di ieri. È stato ieri che l'ho sognato, ieri che tu non mi hai più detto niente, ieri che ho provato a liberarmi di tutto. È lui, sei tu, il perdono primordiale, il desiderio, l'accettazione del limite. L'accettazione del limite. L'eccessivo entusiasmo per una forma di piacere. Una sola non basta. Due, non bastano. Ma non è una questione di quantità, non è una questione di intensità, non è una questione di qualità. È una questione, credo, di consapevolezza.
Mi piacerebbe l'idea