Devo dirti una cosa, ma solo se hai davvero voglia di saperla.
Cowo di E
Cowo di E
Empoli, presso il Coworking di E (viale Petrarca 16). Ore 19.30 aperitivo. Ore 20.45 concerto.
Ho scritto tre canzoni. Prendono tutte spunto da quello che ho scritto in queste pagine disordinate. Le canteremo insieme, per la prima volta dal vivo, in un posto simbolico per me. Il luogo che mi permette di lavorare da Empoli nei giorni in cui devo portare Agave ad allenarsi in piscina.
Sarà un rito.
Prenotatevi ai numeri scritti sulla locandina. 3451781836 o 3403643067. Un whatsappino per dire quanti siete a mangiare. Il resto è libero, venite senza problemi. Ma ditemelo. Ci tengo.
Il posto dove mi seppellisco in attesa di rinascere.
Chiunque tu sia, ciao. Se arrivi qui senza sapere perché e sei curiosǝ, provo a dirtelo in poche frasi.
L'inizio è qui: Un mese.
Quando arrivi in fondo a ogni pagina trovi il link per la successiva.
Un'estate piena. Anche di delusioni
Si allarga lo spettro delle cose che posso sentire, non torna nulla e meno torna meglio è
Prendo consapevolezza del fatto che niente sarà più come prima e la mia felicità non sarà mai più intatta.
Il periodo in cui ho scoperto che potrei farmi ancora più male è stato quando ho cominciato a stare meglio.
Si avvicina il "traguardo" dei due mesi da quando Dkerjffjs è scomparso e tutto continua a cambiare continuamente, ad una velocità che mi consola, ma non rende niente particolarmente semplice. Come quando corri in discesa e qualcosa ti dice che stai per cadere, io corro lungo le giornate e ho paura di farmi ancora più male che mai.
Chi è un uomo? È la somma degli accadimenti che ha vissuto, oppure forse è la somma delle emozioni, delle sensazioni che questi accadimenti hanno determinato nel suo animo? Le dissi che Cesco Magetti era un uomo innamorato e spaventato dalla vita. Lei mi toccò una mano, si avvicinò e mi baciò una guancia. Disse grazie, uomo innamorato e spaventato, e si preparò per dormire.
Le diedi il tascapane da usare come cuscino, lei lo sistemò e sorrise, mentre io non riuscii a reprimere una smorfia di dolore.
Restò in silenzio per qualche tempo, immobile.
Poi di colpo, come se ci avesse rimuginato sopra attentamente, disse: il tuo mal di denti passerà, Cesco. Una mattina ti sveglierai e non ci sarà più. Al principio sentirai la bocca strana, indolenzita. Ma poi lo scorderai. Ora immagina il dolore che stai provando e moltiplicalo per dieci, pensalo ancora più potente e soprattutto immutabile e perenne, e soltanto allora potrai comprendere il dolore che covo dentro io.
Ci rimasi secco.
È come se la mia corazza d'amore per la vita fosse continuamente sbocconcellata dal pesce del grottesco e da quello del tragico, e l'unico modo per proteggermi, per ripararmi, è un certo modo di guardare al mondo, un lirismo. Essere lirici e ironici è la sola cosa che ci protegge dalla disperazione assoluta. Io abito il mio lirismo, Cesco, per continuare ad amare la vita: ogni evento vissuto non può che tradursi in queste due forme d'esistere, lirismo e ironia, perché la terza sarebbe la disperazione, e a quella non saprei porre rimedio. Non c'è altro.
Dopo avermi stecchito così, mi augurò la buonanotte.
Gian Marco Griffi, Ferrovie del Messico